Papa Francesco incoraggia la collaborazione confessori-esorcisti-psichiatri

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Papa Francesco, in data 17 marzo 2017, ha ricevuto in udienza i partecipanti al «XXVIII Corso sul Foro Interno» promosso dalla Penitenzieria Apostolica. Egli ha tra l’altro detto:

«Il discernimento è necessario anche perché, chi si avvicina al confessionale, può provenire dalle più disparate situazioni; potrebbe avere anche disturbi spirituali, la cui natura deve essere sottoposta ad attento discernimento, tenendo conto di tutte le circostanze esistenziali, ecclesiali, naturali e soprannaturali. Laddove il confessore si rendesse conto della presenza di veri e propri disturbi spirituali – che possono anche essere in larga parte psichici, e ciò deve essere verificato attraverso una sana collaborazione con le scienze umane –, non dovrà esitare a fare riferimento a coloro che, nella diocesi, sono incaricati di questo delicato e necessario ministero, vale a dire gli esorcisti. Ma questi devono essere scelti con molta cura e molta prudenza».

Siamo grati a Papa Francesco di aver ricordato, durante l’udienza, che laddove il confessore – vale a dire ogni parroco o qualsiasi sacerdote in cura d’anime, anche non parroco, come ogni sacerdote che amministra il sacramento della Confessione nelle basiliche e nei santuari- rilevasse la presenza di disturbi spirituali reali nel fedele che si confessa, non dovrà esitare a fare riferimento agli esorcisti della diocesi, indirizzandoli ad essi, per quanto di loro competenza.

Alla luce di questo invito di Papa Francesco, ci sembra opportuno che ogni Vescovo promuova incontri di aggiornamento pastorale nella formazione permanente dei sacerdoti, nel corso dei quali, alla luce della Sacra Scrittura e del Magistero della Chiesa, ribadire la reale esistenza del mondo demoniaco e affidare a un sacerdote esorcista di riprovata esperienza, il compito di istruire i sacerdoti della diocesi sui criteri utili per un primo discernimento, al fine di comprendere se le vicende, i segni, i sintomi, i fenomeni che i fedeli descrivono o manifestano siano da attribuire a una reale azione straordinaria del demonio, per cui sia necessario l’intervento della Chiesa mediante il rito dell’“esorcismo maggiore”.

Il previo filtro dei confessori e dei sacerdoti in cura d’anime favorirebbe anche un alleggerimento del peso dei sacerdoti esorcisti; non è più pensabile infatti che gli esorcisti siano gli unici incaricati al primo discernimento che può e deve essere fatto da ogni sacerdote, in modo che, attraverso la loro accurata analisi, all’esorcista siano indirizzate solo quelle persone in situazioni tali da aver bisogno realmente del suo specifico ministero.

Ringraziamo papa Francesco anche di aver dichiarato che i sacerdoti esorcisti però «devono essere scelti con molta cura e molta prudenza». L’Associazione Internazionale Esorcisti (AIE), il cui Statuto è stato approvato dalla Santa Sede il 13 giugno 2014, informando costantemente di ogni sua iniziativa la Congregazione per il Clero, organizza incontri di formazione con i Vescovi e il clero delle varie diocesi del mondo, su loro richiesta. L’Associazione Internazionale Esorcisti inoltre offre a tutti gli esorcisti del mondo una formazione permanente. Il dilagare del grave fenomeno “occultismo”, che sta danneggiando le nuove generazioni sul piano psicologico, morale e spirituale, esige che l’esorcista  -per quanto agisca già in virtù del mandato ricevuto, in comunione con il proprio Vescovo- non sia isolato rispetto agli altri confratelli impegnati in questo campo: gli stessi esorcisti avvertono il bisogno di una sempre più stretta unione fra di loro e la necessità di incontrarsi periodicamente per approfondire la formazione personale, per condividere le proprie esperienze, per stringere una più stretta fraternità sacerdotale e per vivere momenti di preghiera in comune. Il fine è certamente quello di aiutarsi e di sostenersi reciprocamente nel ministero, sostenendo in maniera sempre più efficace i fratelli e le sorelle tribolati dal maligno.

A tale scopo, l’Associazione Internazionale Esorcisti periodicamente organizza Corsi e Convegni per una prima formazione di base e per la successiva formazione permanente degli esorcisti e dei loro ausiliari.

Inoltre, al fine di favorire i contatti e l’unità tra gli esorcisti e garantirne la formazione permanente, oltre i momenti “ufficiali” d’incontro,  cura una «Lettera Circolare», che viene inoltrata ai soci in versione digitale, alcune volte durante l’anno, nelle diverse lingue, con informazioni e avvisi vari, riguardanti la vita dell’Associazione;  una rivista periodica dal titolo: «Quaderni AIE», a cura della Redazione stessa dell’AIE, con articoli su temi relativi al ministero degli esorcismi, con approfondimenti, aggiornamenti e interventi di alcuni confratelli sacerdoti. Ai  membri dell’Associazione inoltre sono  inviati, in versione digitale, anche gli Atti dei Convegni annuali.

Ringraziamo infine Papa Francesco anche per l’accenno a una sana collaborazione con le scienze umane, in riferimento al discernimento dei disturbi di origine incerta. Tale collaborazione, segnalata anche tra gli obiettivi dell’AIE nello Statuto (art. 3.6), è già in atto da tempo.

L’AIE infatti promuove la collaborazione con esperti in medicina e in psichiatria, di vita cristiana esemplare e competenti nelle realtà spirituali cristiane, che ovviamente non possono sostituirsi al ministero di esorcista, ma possono essere in alcune circostanze di aiuto ad esso. Il ricorso alla collaborazione delle persone esperte in medicina e psichiatria non è obbligatorio, non è sempre ed in ogni caso, ma solo quando il caso non è chiaro e si presta a diverse interpretazioni.

Il giudizio ultimo, se procedere o meno all’esorcismo, spetta comunque al sacerdote esorcista, in quanto, analogamente alla fase di istruttoria processuale, come il giudice può richiedere, qualora opportuno, il parere di esperti, pur detenendo la prerogativa della sentenza, così l’esorcista, come afferma il rituale che la Chiesa gli consegna al n. 16 dei Prænotanda, deciderà di proferire l’esorcismo maggiore, quando sarà moralmente certo di una reale possessione diabolica[1].

La collaborazione tra esorcisti, psicologi e psichiatri è necessaria anche perché si possono verificare casi in cui gli esperti in medicina o in psichiatria diagnosticano una patologia in concomitanza con una eventuale attività straordinaria del maligno; talvolta infatti una patologia non solo psichica, ma anche fisica, repellente ad ogni terapia che normalmente è in grado di guarirla, può essere causata da un’azione spirituale malefica, come si evince anche dal Vangelo (cf. Lc 13,10-16). In ultima analisi è l’esorcista che, avvalendosi dei criteri di sua competenza, acquisirà la certezza morale circa la presenza o meno di una eventuale attività straordinaria del maligno.

Il testo integrale dell’Udienza Pontificia ai partecipanti può essere letto sul sito:

http://www.penitenzieria.va

alla voce:

Udienza Pontificia Venerdì 17 marzo 2017

Indirizzo di saluto Card. Mauro Piacenza Discorso di Papa Francesco

 

 

 

[1] Cf. «Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari, Prænotanda, n. 16».

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