LA FIGURA DELL’ESORCISTA E IL SUO MINISTERO NELLA CHIESA. Introduzione

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ASSEMBLEA PLENARIA DELLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO

30 maggio – 1° giugno 2017

Curia generalizia della Compagnia di Gesù – In Aggiornamento

 

Introduzione al testo:

LA FIGURA DELL’ESORCISTA E IL SUO MINISTERO NELLA CHIESA

Relazione del presidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti,

padre Francesco Bamonte, icms

31 maggio 2017

Ai nostri tempi le pratiche occulte esercitano un’attrattiva rilevante, specificamente sugli adolescenti e i giovani delle nuove generazioni. Per essi spesso, l’occultismo, nelle sue molteplici forme, rischia di diventare “una nuova religione”, una nuova spiritualità, che si presenta più accattivante e alternativa rispetto alla tradizionale spiritualità e fede cristiana. L’occultismo infatti oggi è insegnato ai bambini e agli adolescenti mediante figurine, fumetti, cartoni animati, un certo tipo di musica, videogiochi, film, telefilm e romanzi.  Sono inoltre sempre più reperibili manuali di magia, in cui l’occultismo è spiegato dettagliatamente ai ragazzi e ai giovani.  Tramite internet, inoltre, oggi è possibile essere iniziati a tutte le varie forme di occultismo: stregoneria, satanismo, medianità, spiritismo, neopaganesimo, new age, ecc.  Oggi molti di loro, ad appena 13-14 anni, hanno pertanto un conoscenza di queste realtà e di questi “mondi” (per così dire) che noi nemmeno ci immaginiamo. Un numero crescente di essi, però, non si fermano alla sola conoscenza: vogliono sperimentare quello che hanno conosciuto e cominciano, così, ad assumere comportamenti pericolosissimi. Dalla conoscenza passano alla pratica vera e propria dell’occultismo che promette loro il contatto con mondi paralleli, con le anime dei trapassati, con spiriti ritenuti di volta in volta buoni o cattivi, con fantomatiche energie che si ritiene conferiscano potere per dominare gli altri, e infine con Satana stesso ricercato e adorato come se fosse Dio. Tutte promesse ingannevoli che espongono a gravi pericoli morali, psicologici e spirituali. I danni che l’occultismo può produrre, infatti, vanno da disturbi psicologici o psichici, che richiedono l’intervento dello psicologo o dello psichiatra sino talvolta ad azioni straordinarie del demonio, che richiedono l’intervento del sacerdote esorcista.

A ciò si aggiunga, una categoria, costituita da persone adulte che ricoprono ruoli di alta e altissima responsabilità nella società convinti di trovare nell’esoterismo e nell’occultismo, sino a sfociare talvolta nel luciferismo, una sorta di “filosofia” e di “cultura di élite”, contenente segreti che, gradualmente svelati, permettano loro di rafforzare il proprio potere nella società stessa.

Certamente il mondo dell’occultismo è pieno di persone che vendono illusioni a caro prezzo, offrendo il falso rimedio a tutti i mali. Il loro unico potere è la chiacchiera e la furbizia; e la maggior parte degli operatori dell’occulto rientra in tale categoria.     Tuttavia anche se spesso la gente è animata solo da vane paure, per cui ha bisogno semplicemente di essere  tranquillizzata e invitata a una vita cristiana autentica,  il contatto con alcuni operatori dell’occulto, che a differenza dei semplici truffatori sono realmente collegati con il mondo demoniaco, può provocare un’azione  particolare e/o straordinaria del demonio, dolorosa e difficile da vincere; un’azione che,  oltre  a una vita di grazia, di preghiera e di pratica dei  Sacramenti,  può richiedere anche l’aiuto del ministero degli esorcismi della Chiesa. Infatti l’esercizio di pratiche occulte non può essere sempre riducibile a inganno o vana credenza, priva di ogni fondamento. Frequentare medium, spiritisti, cartomanti, chiromanti, gruppi magici, satanisti, ecc., come anche praticare o avvalersi della mediazione di altri operatori per la fruizione di rituali occulti, oltre a richieste, di ingenti somme, come spesso accade, può provocare condizionamenti psicologici e comportamentali, ma anche danni spirituali tali da degenerare nei «fenomeni diabolici straordinari della possessione, dell’ossessione, della vessazione e dell’infestazione»[1]. La Conferenza Episcopale Italiana (=CEI), nelle note di Presentazione al Rito degli esorcismi, dopo aver invitato i Pastori della Chiesa a «richiamare, con sapienza e prudenza, i fedeli a non ricercare il sensazionale e ad evitare sia la stolta credulità che vede interventi diabolici in ogni anomalia e difficoltà, sia il razionalismo preconcetto che esclude a priori qualsiasi forma di intervento del Maligno nel mondo»[2], e dopo aver invitati i Pastori a «esortare i fedeli a non ricorrere mai a coloro che praticano la magia o si professano detentori di poteri occulti o medianici o presumono di aver ricevuto poteri particolari»[3], afferma testualmente: «Nel dubbio circa la presenza di un influsso diabolico è necessario rivolgersi prima di tutto al discernimento dei sacerdoti esorcisti e ai sostegni di grazia offerti dalla Chiesa soprattutto nei Sacramenti»[4].

In tale contesto pastorale emerge sempre più la necessità di una più stretta collaborazione tra i sacerdoti e coloro che tra di essi hanno ricevuto dal proprio Ordinario licenza di esorcismo.

Il ministero degli esorcismi nei Vangeli e nella Chiesa contemporanea

Nei Vangeli vediamo che Gesù annunciava il Regno di Dio, guariva i malati, cacciava i demoni. Riguardo quest’ultima opera, Egli così ne spiega il significato e l’importanza: «Se [invece] io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio» (Lc 11, 20), affermando in tal modo che il suo potere di cacciare i demoni, è il segno del compimento del Regno di Dio nel mondo per liberare l’umanità dalla tirannia di Satana.

Nei Prænotanda del Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari tale aspetto è così è descritto:

«Durante il suo ministero Cristo diede agli Apostoli e agli altri discepoli il potere di scacciare gli spiriti immondi (cfr Mt 10, 1.8; Mc 3, 14-15; 6, 7.13; Lc 9, 1; 10, 17. 18-20). … E nel Vangelo la cacciata dei demoni fa parte dei segni che avrebbero accompagnato quelli che credono (cf Mc 16,17). Fin dal tempo degli Apostoli la Chiesa ha esercitato il potere ricevuto da Cristo di scacciare i demoni e di respingere il loro influsso (cf At 5, 16; 8, 7; 16, 18; 19, 12). Perciò essa prega con fiducia e perseveranza “in nome di Gesù” di essere liberata dal Maligno (cf Mt 6, 13) e, in quello stesso nome, per la forza dello Spirito Santo, comanda in vari modi ai demoni di non ostacolare l’opera di evangelizzazione (cf 1 Ts 2, 18) e di restituire “al più Forte” (cf Lc 11, 21.22) il dominio sul creato e su ogni uomo. “Quando la Chiesa comanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del Maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo»[5].

L’esistenza di Satana e degli altri spiriti maligni, chiamati dalla Sacra Scrittura anche diavoli o demoni, è una realtà rivelata a noi da Dio stesso, ma che durante gli esorcismi che la Chiesa compie in nome di Cristo, si svela apertamente. Il «Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica» definisce tali spiriti «angeli creati buoni da Dio, [i quali] si sono trasformati in malvagi, perché con libera scelta, hanno rifiutato Dio e il suo Regno, dando così origine all’Inferno»[6]. Dai dati biblici risulta innegabile che essi non sono né “un simbolo” del male, né figure mitiche, né personificazioni del male o del peccato, né allegorie: sono vere e proprie creature. «Il discepolo di Cristo, alla luce del Vangelo e dell’insegnamento della Chiesa, crede che il Maligno e i demoni esistono e agiscono nella storia personale e comunitaria degli uomini»[7].

La Sacra Scrittura ci rivela che, in odio a Dio e all’uomo, tali spiriti ribelli cercano di propagare fra gli uomini la loro stessa scelta per il male e per fare questo sfruttano la possibilità che hanno d’interferire con la vita degli uomini ad un duplice livello: con un’azione ordinaria – tentandoli, cioè, al male – e con un’azione che è definita straordinaria, perché si manifesta anche con effetti visibili o percepibili la cui forma più grave è la possessione diabolica.

La possessione diabolica non è una malattia fisica o psichica, ma una sorta di inabitazione di uno spirito demoniaco (o anche più di uno) nel corpo della persona umana e quando tale spirito si manifesta, lo fa con un “controllo dispotico esercitato sullo stesso corpo”. Infatti, in determinati momenti detti di “crisi”, il demonio usa il corpo e la voce della vittima senza che questa riesca ad opporgli resistenza.

Di solito il tutto avviene in una perdita totale di coscienza o in uno stato di semi coscienza. Ma la cosa più drammatica è quando la vittima mantiene lo stato pieno di coscienza. Vede ed è consapevole di tutto ciò che sta accadendo, anche delle cose più umilianti, ma come uno spettatore inerme.

Il demonio, però, può possedere il corpo, tormentare la sua anima, ma non può possedere o sostituirsi a quest’ultima che rimane libera nella sua apertura all’amore di Dio e quindi alla scelta per Lui.

Nei Vangeli si evidenzia chiaramente la differenza dell’atteggiamento di Gesù quando guarisce da una malattia e quando invece libera un indemoniato. Quando la persona era ammalata, Gesù si rivolgeva direttamente al malato e lo guariva; se invece gli si presentava un indemoniato, Gesù si rivolgeva con determinazione a qualcun altro, distinguendolo dalla persona stessa, e con un comando imperativo gli ordinava di lasciarla e di non tormentarla più.

In ambito cristiano la distinzione tra queste due condizioni, malattia e possessione diabolica, era, a livello di principi, ben presente fin dall’inizio del cammino ecclesiale, come si può evincere dagli stessi Evangelisti, assai fermi nel distinguere tra malattie provocate da fattori naturali e azioni straordinarie del demonio. La Chiesa Cattolica ha pertanto sin dal principio distinto tra possessione diabolica e malattia mentale.

A differenza dei malati, gli indemoniati rivelano con dei segni inequivocabili, la presenza di uno o più esseri intelligenti estranei a loro stessi. Quali sono questi segni? La persona innanzitutto perde la coscienza di sé, nel senso della presenza a sé stessa, dell’“auto percezione”, che sembra scomparire, sostituita temporaneamente da un essere estraneo  che controlla  la persona totalmente e pieno d’ira, urla rabbiosamente, provoca forti convulsioni e contorcimenti nel corpo della sua vittima, ne altera la fisionomia, mostra di conoscere cose occulte, produce in essa una forza al di fuori della norma, che non corrisponde né all’età né alle condizioni di quella persona, la vessa fisicamente, servendosi delle sue stesse membra e si contraddistingue per una peculiare manifestazione di incontenibile odio e avversione nei confronti di Cristo Gesù di cui presume di conoscere l’identità. Queste manifestazioni sono ben note ai sacerdoti esorcisti contemporanei, quando si trovano davanti a reali casi di possessione diabolica, cioè a persone perfettamente sane di mente che sperimentano questa drammatica realtà. Inoltre l’esperienza plurisecolare della Chiesa riguardo i posseduti, dall’inizio sino ai nostri tempi, attesta che i segni descritti nei Vangeli non esauriscono la possibile casistica.  Altri segni si possono associare ad essi. Ne elenco solo due in particolare, a cui io stesso ed altri esorcisti, abbiamo qualche volta assistito: dalla bocca, sul corpo o in prossimità della persona, sul pavimento circostante o su un tavolo nel luogo dove si svolge il rito dell’esorcismo, possono comparire oggetti tra più disparati come: aghi, chiodi, pezzi di catene, sassi, ciocche di capelli, vetri, pezzi di stoffa, corde, anelli, orecchini e altre cose, tra le più varie. In genere questo fenomeno è segno della progressiva liberazione che, tuttavia, non è legata necessariamente a queste manifestazioni.

Un’altra manifestazione, che sia pure assai raramente, è stata verificata da vari esorcisti, tra cui io stesso, è la “levitazione”. Essa, come sappiamo, si verifica anche nella vita di vari mistici; questo fenomeno, però, quando è associato alla conoscenza di cose occulte e all’avversione al sacro, non può essere certamente attribuito a Dio o agli angeli, ma va riconosciuto come segno d’intervento diabolico.

Sintetizzando quanto detto fino ad ora, i criteri per distinguere una possessione diabolica sono principalmente questi: quando si constata che la nuova personalità che si manifesta, cambia i tratti somatici e il comportamento di quella persona e dimostra conoscenza di cose occulte e nel medesimo tempo avversione al sacro, questo è di per sé non un semplice indizio, ma un indizio forte di possessione.

La mia esperienza, come quella di tanti altri esorcisti -naturalmente relativa a persone veramente possedute- ci pone davanti a uomini e donne perfettamente sani di mente, esposti però a un livello di sofferenza tale, di cui neppure si sospetterebbe l’esistenza. Tale sofferenza, che egli infligge con crudeltà e sadismo, intende condurre alla sfiducia nei confronti di Dio, insinuando il dubbio che Egli non sia buono, proprio perché permette tali supplizi. Il demonio sa benissimo che quando una persona è martoriata è più facile portarla alla ribellione contro Dio: il danno al corpo è solo subordinato a quello spirituale. Il suo vero scopo -sia in caso di azione ordinaria che straordinaria- è quello di volgere la volontà dell’uomo contro Dio. Il demonio, però, sa che la sofferenza che procura attraverso una possessione è un’arma a doppio taglio: essa infatti, se offerta dalla sua vittima a Dio, si volge a vantaggio proprio di quella persona; e allora egli è, allo stesso tempo, geloso della persona che sta facendo soffrire, perché le sofferenze che lui stesso sta procurando, offerte a Dio, anziché allontanarla da Dio l’avvicinano ancora di più a Lui.

Nella nostra preghiera quotidiana non dovremmo mai dimenticarci di raccomandare a Dio questi nostri fratelli e sorelle, insieme a coloro che hanno il compito di aiutarli.

Il problema «possessione diabolica» è estremamente serio. Se per negligenza, per superficialità, per scarsità di discernimento o, peggio ancora, per prevenzione intellettuale, dovessimo abbandonare alla loro sofferenza persone che hanno realmente bisogno del ministero dell’esorcismo, noi ci assumeremmo una grande responsabilità nei confronti di Dio, che ci aveva invitati a soccorrere quei nostri fratelli. Il demonio è animato da un’insopprimibile desiderio di nuocere alla sua vittima.

L’azione straordinaria del demonio non è limitata alla sola possessione diabolica.

Essa si può manifestare sotto forma di sola vessazione fisica, con azioni, da parte del diavolo e dei demoni, tese ad aggredire e a tormentare l’uomo fisicamente, come tagli, oppure scottature, graffi, punture, morsi, bastonate, colpi, incisioni nella pelle di lettere, parole o segni che persistono per un certo tempo e poi scompaiono

«La presenza del diavolo e di altri demoni si manifesta e si concretizza non solo nel caso di persone tentate o possedute, ma anche quando cose e luoghi sono fatti in qualche modo oggetto dell’azione diabolica»[8]. In questo caso tale azione viene definita: “infestazione diabolica locale”.

[1] «Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari», Presentazione, pag. 11, par. 7, Libreria Editrice Vaticana, 2001. [Testo promulgato dalla «Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti». Versione italiana a cura della Conferenza Episcopale Italiana].

[2] Ivi, Presentazione, pag. 11, par. 8.

[3] Ivi, Presentazione, pag. 11, par. 8.

[4] Ivi, Presentazione, pag. 11, par. 8.

[5] Ivi, Premesse generali, pag. 20-21, par. 6-7.

[6] «Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica», n. 74.

[7] «Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari», Presentazione, par. 5, pag. 10, Libreria Editrice Vaticana, 2001. [Testo promulgato dalla Congregazione per il «Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti». Versione italiana a cura della Conferenza Episcopale Italiana].

[8] «Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari», pag. 89, par. 1. Libreria Editrice Vaticana, 2001. [Testo promulgato dalla «Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti». Versione italiana a cura della Conferenza Episcopale Italiana].

 

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