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Comunicato
del Presidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti
in riferimento alla lettera di Mons. Carlo Maria Viganò pubblicata sul blog del dott. Aldo Maria Valli in data 20 aprile 2020
In ordine a ciò che Mons. Carlo Maria Viganò esprime, sul blog del dott. Aldo Maria Valli, in data 20 aprile 2020[1] riporto i seguenti rilievi.
1) Nella sua lettera, Mons. Viganò scrive che “chi ha voluto aggiungere ulteriori precisazioni al primo comunicato [dell’Associazione Internazionale Esorcisti] ha completamente travisato le mie intenzioni, poiché né ho mai voluto coinvolgere i laici in una preghiera pubblica, né chiedere ai Vescovi e ai sacerdoti di esorcizzare degli ossessi, né tantomeno voler in qualche modo «esorcizzare» il Coronavirus.”
Ebbene, il nostro comunicato del 9 aprile 2020 iniziava con le seguenti parole: “In queste ultime settimane sono giunte alla nostra Presidenza numerose richieste di chiarimento circa la possibilità di impiegare l’esorcismo di Leone XIII per far fronte alla grave tribolazione in cui oggi versa l’intera umanità”[2]. Con questa premessa facevamo riferimento a quanto avevamo già pubblicato pressoché un mese prima sul nostro blog nel comunicato del 13 marzo 2020: “Circa qualche proposta di preghiera di liberazione o addirittura di esorcismo contro il coronavirus – che in questi giorni è circolata sul web – esortiamo a stare molto attenti. Tali proposte, se da una parte sembrano attribuire direttamente la situazione presente ad un’azione straordinaria del demonio – da affrontare perciò con gli esorcismi – dall’altra lasciano intravedere come sottofondo una mentalità magica della realtà, spingendo le persone a risolvere le loro difficoltà ricercando le formule «più potenti ed efficaci»”[3].
Chi segue il nostro blog non ha avuto difficoltà a comprendere questa connessione, mentre Mons. Viganò e gli altri, che al pari di lui interpretano come nostro travisamento la sua iniziativa, sembrano ignorare quel primo comunicato dell’Associazione Internazionale Esorcisti del 13 marzo. E siccome il comunicato del 13 marzo non è bastato a far desistere diversi sacerdoti dall’idea di ricorrere all’esorcismo per far fronte alla pandemia da Covid-19, ricorrendo alla nostra Associazione per sapere se a tale scopo era possibile utilizzare anche l’esorcismo di Leone XIII, il 9 aprile, quando abbiamo letto dell’invito di Mons. Viganò a Vescovi e Sacerdoti di fare un esorcismo collettivo alle ore 15.00 del Sabato Santo 11 aprile 2020, pur avendo compreso che il fine dell’esorcismo proposto da Mons. Viganò non era il coronavirus e pur non condividendo tale iniziativa per i suoi aspetti incongruenti con la normativa ecclesiale e anche perché nel frattempo eravamo venuti a conoscenza che alcuni Fedeli Laici intendevano unirsi ai Vescovi e ai Sacerdoti nella recita esplicita dell’esorcismo di Leone XIII, abbiamo prodotto un ulteriore comunicato, affinché l’iniziativa di Mons. Viganò non gettasse ulteriore confusione circa l’utilizzo di questo sacramentale, dando in esso alcuni chiarimenti sulla sua natura, su chi ne è il ministro e precisando: “nelle grandi pestilenze che in passato hanno afflitto larghi strati della società, la Chiesa in genere non si è mai impegnata in azioni esorcistiche, ma, insieme alla carità fattiva nei confronti delle persone bisognose, ha sempre ritenuto necessaria la preghiera di riparazione dei peccati, l’impegno per la conversione personale e comunitaria, la manifestazione pubblica del pentimento, la richiesta di perdono a Dio, la supplica per la fine delle epidemie, le preci per i medici, gli ammalati e i moribondi e il suffragio per i defunti”[4].
2) Mons. Viganò, che conclude la sua lettera dicendosi certo che “Padre Francesco Bamonte vorrà quindi prendere atto dello sconcerto e della confusione provocata nei laici e nei chierici dal gesto avventato dell’Associazione, provvedendo con spirito di cristiana umiltà a scusarmi pubblicamente con loro, così come pubblicamente non ha esitato a disorientarli”, fonda le sue affermazioni su una lettera del 3 dicembre 1987 firmata da Mons. Josef Clemens, a quel tempo segretario particolare del Cardinale Ratzinger, in cui si afferma, per incarico dello stesso Cardinale, che “nulla osta da parte del Magistero della Chiesa affinché i fedeli recitino privatamente l’Esorcismo di Leone XIII a proprio beneficio spirituale”.
Faccio notare che la lettera dattilografata del 3 dicembre 1987 non è protocollata, non si può leggere a chi è indirizzata e, soprattutto, non si comprende a quale quesito esattamente voglia rispondere.
Senza entrare in discussioni circa il valore giuridico di un documento del genere, che per sé rappresenta una risposta privata ad una persona privata e che dal 1987 ad oggi non è mai apparso in alcuna pubblicazione ufficiale della Chiesa, rilevo ancora una volta che l’esorcismo di Leone XIII non è una pia oratio, bensì un sacramentale vero e proprio, la cui finalità è quella di contrastare, impedire o attenuare l’azione di satana e degli altri angeli apostati, o in generale, quando questa azione si manifesta come persecuzione alla Chiesa (universale o in una delle sue espressioni locali), o in particolare, quando l’azione del maligno prende di mira, in forma straordinaria, cose date in uso all’uomo (infestazione di luoghi, abitazioni, animali, ecc.). Questo sacramentale, poi, è costituito da preci, in cui ci si rivolge direttamente a Dio o a San Michele Arcangelo invocando il loro intervento, e da comandi e obiurgationes (riprensioni) con cui si apostrofa direttamente il demonio.
Tenendo presente questo, se la lettera del 3 dicembre 1987 è autentica, ritengo che il Cardinale Ratzinger abbia voluto semplicemente affermare che i Fedeli possono recitare privatamente l’esorcismo di Leone XIII a proprio beneficio spirituale allo stesso modo con cui, ad esempio, un Fedele, stando a casa sua, può leggere e pregare per proprio conto i testi della Santa Messa (letture, orazioni, prefazio, canone, ecc.) a vantaggio della sua vita di fede, ma non certo con l’intenzione di celebrare il Sacrificio Eucaristico.
Non ritengo, invece, plausibile che il Cardinale Ratzinger abbia voluto affermare che i Fedeli (Laici e anche Sacerdoti, visto che il termine “Fedele” senza altra specificazione comprende entrambi) sono autorizzati a proferire l’esorcismo di Leone XIII in quanto sacramentale, ossia secondo le finalità che la Chiesa gli assegna e che sopra ho richiamato. Nessun sacramentale, infatti, può essere proferito in forma “privata”, in quanto per sua natura esso è sempre “pubblico”, ossia fatto a nome della Chiesa e il sacramentale in questione, fino a dichiarazione contraria dell’Autorità competente, è espressamente riservato solo ai Vescovi e ai Sacerdoti che ne hanno ricevuto facoltà dai loro Vescovi.
Diversamente il Cardinale Ratzinger si sarebbe messo in contraddizione con ciò che chiaramente affermavano e affermano le rubriche relative all’esorcismo di Leone XIII e ciò che lui stesso ha dichiarato e disposto, come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nella “Lettera agli Ordinari” del 29 settembre 1985[5].
3) Tornando poi alla lettera di Mons. Viganò, leggendo attentamente la richiesta che egli aveva fatto a tutti i Vescovi e Sacerdoti per lo scorso Sabato Santo di recitare l’esorcismo di Leone XIII alle 15.00 del pomeriggio, faccio notare che egli lo ha proposto non come pia oratio, ma come sacramentale, per di più potente.
Queste le sue parole: «Chiedo a tutti i Confratelli nell’Episcopato e ai Sacerdoti di unirsi nella preghiera dell’Esorcismo, consapevoli che questo potente sacramentale – soprattutto se recitato con tutti gli altri Pastori – aiuterà la Chiesa e il mondo nella lotta contro Satana». Ebbene, solo i Vescovi ordinari di luogo possono chiedere una cosa simile ai Sacerdoti della propria Diocesi e non un Vescovo privo di giurisdizione nei loro confronti.
4) Resto, poi, molto perplesso quando nei siti che propugnano un uso privato dell’esorcismo di Leone XIII da parte di Sacerdoti sprovvisti di autorizzazione del proprio Vescovo e addirittura di Fedeli Laici, si argomenta che si tratta di una preghiera “molto efficace” contro il demonio. Da dove trarrebbe questa efficacia? Dalle parole di cui è composta? Se sì, non sarebbe questo superstizione? O l’esorcismo di Leone XIII è un vero sacramentale e, come tale, trae la sua efficacia dell’essere fatto in nomine Ecclesiae (ex opere operantis Ecclesiae), come del resto avviene per ogni altra preghiera pubblica della Chiesa, oppure non lo è, e allora la sua efficacia dipende esclusivamente dall’ex opere operantis. In quest’ultimo caso, perché la recita di detto esorcismo sarebbe “molto efficace” e da preferirsi ad altre semplici preghiere di uso comune, come il Santo Rosario, pronunciate con l’intenzione di essere liberati dal male diabolico?
Concludendo, visto che i nostri chiarimenti e le nostre argomentazioni non erano stati da alcuni ritenuti soddisfacenti, adducendo argomentazioni e finanche “prove” in contrario[6], al fine di essere certi, come Associazione Internazionale Esorcisti, di aver offerto un insegnamento sicuro e conforme al vero pensiero della Chiesa, come anche per il bene dei Fedeli (Sacerdoti e Laici) che ricorrono al nostro ministero, avevo già in data 20 aprile 2020 inviato alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti una lettera nella quale, chiedevo a quel Dicastero una risposta d’autorità che risolva definitivamente la questione.
Considerando l’intervento fatto il 21 aprile 2020 da Mons. Viganò sul blog di Aldo Maria Valli che ha affermato di perdonarmi, ma sollecita in qualche modo le mie pubbliche scuse per lo sconcerto e la confusione che a suo dire abbiamo provocato nei Laici e nei Chierici con i nostri comunicati, la richiesta precedentemente fatta alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si è rivelata quanto mai opportuna.
Certamente Mons. Viganò ha ragione nel dire che la nostra Associazione non ha alcuna autorità né disciplinare né dottrinale delegatale dalla Sede Apostolica, ma prima di lui lo abbiamo sempre ribadito noi. Basta leggere al riguardo ciò che dichiarano circa il loro valore le stesse Linee guida per il ministero dell’esorcismo alle pp. 10-11, lettera b e c[7].
Ma se è verissimo che non abbiamo, né possiamo avere, alcuna autorità magisteriale e disciplinare da esercitare in nomine Ecclesiae, non ci si può negare di avere una competenza dottrinale, frutto di studio e di esperienza, quantomeno al pari di quella che può essere riconosciuta a tante altre realtà ecclesiali. Ne sono prova i non pochi biblisti, teologi, liturgisti e canonisti che sono membri dell’Associazione Internazionale Esorcisti; i nostri Convegni, che vedono la partecipazione anche di Vescovi e di Cardinali; i corsi di formazione che ci sono richiesti da singoli Vescovi e da Conferenze Episcopali; le Linee guida per il ministero dell’esorcismo, passate al vaglio e giudicate positivamente dalle Congregazioni vaticane per la Dottrina della Fede, per il Culto Divino e per il Clero e che a breve saranno pubblicate in seconda edizione.
Con questo, spero di essere stato chiaro nella mia esposizione e di aver aggiornato in modo esauriente su questa seria questione.
Concludo questa lettera con la serenità che attingiamo dalla consapevolezza di non aver detto nulla di nostro, ma di esserci basati nelle nostre considerazioni su testi ufficiali della Chiesa, e con la fiducia che ci viene dall’aver fatto quello che in coscienza era nostro dovere compiere dal momento che la nostra Associazione ha tra i suoi fini statutari anche quello di promuovere la prima formazione di base e la successiva formazione permanente degli esorcisti, nonché la retta conoscenza di questo ministero nel popolo di Dio (cfr. Statuto AIE, Art. 3 par. 1 e 4).
L’Immacolata Madre di Dio custodisca tutti nel suo Cuore materno.
Roma, 23 aprile 2020
Padre Francesco Bamonte, icms
Presidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti
[1] https://www.aldomariavalli.it/2020/04/20/lesorcismo-di-leone-xiii-il-nulla-osta-del-cardinale-ratzinger-e-una-lettera-di-monsignor-vigano/amp/
[2] https://aiepressoffice.com/it/2020/04/09/comunicato-dellassociazione-internazionale-esorcisti-circa-lutilizzo-dellesorcismo-di-leone-xiii/
[3] https://aiepressoffice.com/it/2020/03/13/corona-virus-comunicazione-della-presidenza-dellassociazione-internazionale-esorcisti-a-i-e/
[4] https://aiepressoffice.com/it/2020/04/09/comunicato-dellassociazione-internazionale-esorcisti-circa-lutilizzo-dellesorcismo-di-leone-xiii/
[5] https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19850924_exorcism_lt.html
[6] https://cooperatores-veritatis.org/2020/04/18/mons-vigano-e-don-morselli-avevano-ragione-lesorcismo-di-leone-xiii-si-puo-fare/
[7] «b) Le Linee Guida sono e restano un documento privato, destinato all’uso interno della nostra Associazione. Esse non costituiscono un’interpretazione autentica della disciplina della Chiesa in materia di esorcismi, essendo essa riservata alla sola Autorità ecclesiastica competente. Alle Linee Guida va attribuito soltanto un valore dottrinale, aperto a possibili correzioni, miglioramenti ed integrazioni. c) La terza, conseguenza di quanto sopra detto, è che le Linee Guida cedono di fronte a eventuali disposizioni con le quali singoli Vescovi o Conferenze Episcopali intendessero regolare l’esercizio del ministero degli esorcisti nell’ambito del territorio di loro competenza. Questo significa, concretamente, che l’esorcista membro della nostra Associazione dovrà attenersi a quelle disposizioni qualora si differenziassero dalle indicazioni delle Linee Guida». [Associazione Internazionale Esorcisti, Linee guida per il ministero degli esorcismi, Edizioni Messaggero Padova, 2019, pp. 10-11].